Il declino della violenza — Stukhtra: Il numero di “Nature” appena uscito ospita un articolo di Steven Pinker, del Dipartimento di Psicologia della Harvard University, sull’evoluzione della violenza nella storia.
A prima vista il grafico sembra ragionevole, ma mi chiedo da dove arrivino i dati per i secoli passati. In particolare, il "gancetto" potrebbe essere semplicemente una funzione di misure aggregate migliori di vittime di violenza.
Ma il difetto principale è limitare la misura alla "Western Europe" che rende questo grafico pressoché insignificante dopo la seconda guerra mondiale. I processi di divisione internazionale del lavoro (o globalizzazione) e la "stretta" postcoloniale sulle risorse hanno trasferito i conflitti al di fuori di USA & Western Europe: come la ricchezza (ora in declino, ma è un altro discorso) di questi paesi è stata basata sul lavoro sporco degli altri, la diminuzione dell'inquinamento s'è fatta a spese dell'aumento esponenziale nelle "developing nations", così la pace, conseguenza di prosperità, è basata sull'esternalizzazione del conflitto.
La contrapposizione tra "Stato di Natura" e non è impropria, almeno se non si produce un grafico su scala mondiale. L'abolizione morale della violenza, come l'ecologia , è un lusso che proviene dalla non-sussistenza. Come si può osservare in questi giorni nei media, i livelli di violenza e conflittualità aumentano immediatamente in una situazione di declino di prosperità (anche se a declinare sono solo le expectations!!)
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